Sono quasi le 4 di sabato pomeriggio, io ed i bambini siamo in auto con un driver del compound e tra poco arriveremo a destinazione.
Il mio sguardo è fisso al finestrino, sto osservando come attorno a noi il paesaggio sta cambiando. Siamo in auto da poco più di quindici minuti, ma il cemento della città è stato sostituito dalla sabbia, dai cammelli, dalla polvere e dai camion che vendono fieno.
I bambini sono felici e continuano a parlare e a fare domande. Io mi limito a fare un cenno di approvazione con la testa, ma in realtà ho mille pensieri e non riesco ad ascoltare ciò che mi chiedono.
Alzo lo sguardo e mi rendo conto che in fondo alla strada c’è un grande cartello con un cavallo disegnato sopra: quella è la nostra destinazione.
Siamo arrivati.
Scendiamo dall’auto.
Pago l’autista, lo salutiamo e ringraziamo.
Non ci serve che aspetti perché tra un’ora e mezza verrà a prenderci mio marito.
I bambini si guardano attorno felici ed emozionati e iniziano a correre e saltare. Per loro questo è un grande giorno: oggi inizieranno le loro lezioni di cavallo.
“Mamma, togliti l’abaya!”.
Non sono sicura di poterla togliere, preferisco tenerla fino a che qualcuno che lavora qui nel maneggio mi conferma che posso toglierla.
Andiamo verso gli uffici dove troviamo un gruppo di uomini e spieghiamo che siamo interessati alle lezioni di cavallo per i bambini. Un uomo si avvicina e mi dice che posso tranquillamente rimuovere l’abaya se preferisco e poi ci spiega quanto dobbiamo pagare e quali sono gli orari del maneggio.
Dopo aver pagato, mentre ci dirigiamo verso le scuderie, piano piano mi sfilo la lunga tunica nera.
Il vento mi scompiglia i capelli, oggi fa freschino, ma è piacevole, non fastidioso. Faccio un grande respiro, cerco di trattenere tutti gli odori, mi sento avvolta da una strana sensazione di normalità. Non so spiegarne il motivo, ma rimuovere la tunica nera, trovarmi all’interno di un maneggio e vedere la felicità dei miei figli mentre iniziano la loro prima lezione di cavallo mi sembra così normale e così strano allo stesso tempo. Strano per il luogo dove mi trovo, normale perché finalmente stiamo facendo qualcosa che potremmo tranquillamente fare in qualsiasi luogo al mondo. I miei bambini stanno prendendo lezioni di equitazione ed io sono seduta su di una gradinata a guardarli. Sono vestita normale e ammiro il sole che si prepara a tramontare.
Questa strana sensazione di normalità è la stessa che ho vissuto ieri, quando siamo andati al Diplomatic Quarter per far provare ai bambini un corso di hip hop.
Entrare al DQ, togliersi l’abaya, camminare libera senza subire gli sguardi della gente. Ascoltare musica alta, vedere il sorriso spensierato di mio figlio mentre cerca di imparare i passi del ballo e si diverte ascoltando Bruno Mars, mi è sembrato finalmente qualcosa di normale nel mezzo di tante stranezze.
Non so esattamente cosa significhi “normalità”. Forse quello al quale si è abituati da sempre, forse quelle cose che ripeti e fai sin da quando sei un bambino e quindi fanno parte della tua cultura, ma confesso che mi piace provare questa strana sensazione di normalità anche qui, in mezzo al deserto.
Drusilla, Arabia Saudita
Ciao Drusilla, scusa la domanda, ma cosa pensano i tuoi figli del fatto che in Arabia Saudita tu debba indossare l’abaya? Immagino sappiano che non è così in tanti altri Paesi, per cui mi chiedo come considerino questo fatto.
Sono una mamma anch’io e questo aspetto mi incuriosisce. Ti ringrazio se vorrai rispondermi.
Ciao Hermione, i miei figli sanno benissimo che l’abaya devo indossarlo solo qui, ne abbiamo parlato tanto prima di partire, ho spiegato loro che qui ci sono regole diverse e nel rispetto del luogo che ci ospita io devo indossare l’abaya. Per loro ormai è diventato normale, ma appena saliamo su un aereo sono i primi a dirmi di toglierlo.
Immagino che sia bello davvero, poter tornare ogni tanto alla normalità! Io non so se restisterei tanto a lungo a restrizioni che reputo prive di senso, per questo ammiro la tua capacità di adattamento e….quella dei tuoi figli! Buone cavalcate!
Grazie mille!!!
Normalità è forse essere in pace con se stessi, stare bene così come si è, con e (o) senza abaya. Cerca di trattenerla, questa sensazione, perché penso sia una delle cose più belle.
Hai ragione Annamaria, io la trattengo tutta questa sensazione e cerco di vivermela intensamente.